Matteo Fentross e il sogno della musica: da “Io Canto Generation” alla scoperta di sé
Matteo Fentross, giovane cantante e promessa della musica italiana, ha conquistato il pubblico grazie alla sua partecipazione a “Io Canto Generation”, il celebre talent show di Canale 5 condotto da Gerry Scotti. Nato nel 2009, Matteo ha iniziato a coltivare la passione per il canto fin da piccolo, tra canzoni pop tratte da film animati e momenti di pura espressione musicale in macchina o sotto la doccia.
Il percorso di Matteo è una storia di talento, impegno e resilienza. Durante l’adolescenza, il cambiamento della voce dovuto alla muta ha rappresentato una sfida significativa, ma non ha mai smesso di inseguire il suo sogno. Grazie al supporto della famiglia e del suo maestro di canto, Patrizio Pierattini, Matteo ha affinato la sua tecnica vocale, portandola a livelli che gli hanno permesso di superare il provino per il programma.
La sua partecipazione a “Io Canto Generation” è stata una tappa fondamentale nel suo percorso artistico. Nonostante la forte competizione, Matteo ha saputo distinguersi per la capacità di trasmettere emozioni e raccontare storie attraverso la musica. Il talent show è stato non solo un banco di prova, ma anche un’esperienza che ha arricchito il suo bagaglio personale, permettendogli di stringere nuove amicizie e confrontarsi con altri giovani talenti.
In un’intervista, Matteo ha condiviso momenti chiave della sua carriera e la sua visione per il futuro:
Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
“Ci sono stati diversi momenti nella mia vita in cui è diventato chiaro che avrei dedicato il mio futuro al canto. Fin da piccolo, mi divertivo a cantare canzoni pop tratte da film animati, come Sing. Cantavo in macchina, sotto la doccia, ovunque. Durante il periodo del COVID, con la muta della voce, ho smesso di cantare perché alcune delle mie canzoni preferite erano diventate difficili da eseguire. Un altro momento cruciale è stato il provino per Canale 5. Io e mia madre ci siamo resi conto che, grazie al mio impegno e al supporto del mio maestro, avevo raggiunto nuovi traguardi nel mio percorso canoro.”
Se potessi collaborare con un artista internazionale o italiano, chi sceglieresti e perché?
“È difficile scegliere… In questo periodo ascolto molto Mahmood, Sfera Ebbasta, Artie 5ive, WAX (di Amici), Mida e Tedua. Mi piacerebbe collaborare con tutti loro, ma forse sceglierei WAX, Sfera o Mida perché li stimo molto per ciò che trasmettono e per come scrivono i testi, che arrivano dritti al cuore e spesso parlano di situazioni che ho vissuto o sto vivendo.”
Cosa fai per trovare ispirazione quando ti prepari per un’esibizione o lavori su un nuovo brano?
“Prima di un’esibizione, mi riscaldo sempre la voce con esercizi che ho imparato dal mio maestro, Patrizio Pierattini. Rileggo il testo della canzone e mi ricordo che, oltre a cantarlo, devo anche raccontarlo. Infine, penso alle cose che mi rendono felice nella vita, come amicizie, amori, famiglia, e rifletto sui possibili problemi che potrei incontrare sul palco mentre canto.”
Qual è la sfida più grande che hai affrontato nel tuo percorso musicale finora?
“Per ora, direi sicuramente Canale 5! Fino a questo punto, ho fatto alcune esibizioni qua e là, ma in confronto a “Io Canto Generation”, erano solo piccolezze. Quindi, assolutamente, la sfida più grande è stata partecipare alla seconda edizione di “Io Canto Generation” su Canale 5.”
Come concili il tuo amore per la musica con gli impegni scolastici o personali?
“Ho imparato che la scuola è molto importante, ma ciò non significa che dobbiamo lasciare i nostri talenti a prendere polvere. Bisogna trovare un equilibrio adatto, che può variare da persona a persona. So che non è facile, e io che sono solo al secondo anno di liceo, so che i prossimi tre anni di studio mi metteranno molto in difficoltà riguardo al canto. In questi casi, bisogna armarsi di pazienza e impegnarsi stringendo i denti.”
C’è una canzone che senti rappresenti perfettamente la tua storia o il tuo carattere?
“Personalmente, mi piacciono molto le canzoni che parlano d’amore tra due persone, e in quel caso direi canzoni come “Per due come noi”, “Mi odierai”, “Die with a smile”. Se invece parliamo di canzoni che rappresentano il mio carattere o un momento della mia vita, ti direi “Piccolo Principe” di Neima Ezza. Contiene frasi che mi fanno molto riflettere, come: ‘pure in mezzo alle persone, loro non sanno chi sono’.”
Che consiglio daresti ai tuoi coetanei che sognano di entrare nel mondo della musica?
“Come consiglio, vi dico: buttatevi, armatevi di pazienza e imparate a non dare troppo peso ai commenti negativi o agli insulti. Fate sempre attenzione alla vostra voce e, soprattutto, cercate di fare un lavoro a 360 gradi quando preparate i pezzi. Il messaggio e le emozioni che volete trasmettere devono essere il cuore della vostra performance.”
Quali sono i tuoi progetti artistici per il futuro?
“Voglio sperimentare il più possibile: concorsi, masterclass e magari scuole, se i provini andranno bene. Mi piacerebbe continuare a creare cover, scrivere inediti e collaborare con altri artisti. Ho tanti progetti in mente e, passo dopo passo, cercherò di realizzarli tutti.”
La determinazione di Matteo e il suo amore per la musica lo rendono un esempio per i giovani aspiranti artisti. La sua partecipazione a “Io Canto Generation” è solo l’inizio di un viaggio che promette di essere lungo e ricco di successi.